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I due di Emmaus
7 Aprile 2019 @ 16:45
Libero
Progetto “Tu sei un bene per me”
I due di Emmaus
Un incontro eccezionale
Ingresso Libero
Presentazione
Lo spettacolo vede protagonisti i due discepoli di Emmaus così come vengono descritti dal Vangelo. L’autore Giampiero Pizzol, ha costruito la scrittura proprio iniziando dove finisce il Vangelo, cioè dal momento in cui Gesù scompare dalla loro vista. Da lì si immagina un dialogo serrato tra i due attorno allo stesso tavolo in cui Gesù ha spezzato il pane. I due partono dalla comune constatazione di quello che hanno visto ma mano a mano che il racconto procede, i ragionamenti di Cleofa si distanziano dalla semplicità di Simone.
Quest’ultimo continua a riconoscere quello che i suoi occhi hanno visto; il primo sente che mancano prove razionali, sente di non avere le parole giuste con cui raccontarlo, ha timore che gli apostoli non gli crederanno. Il finale attraverso un gesto sacramentale rimette i due “insieme”. Di fronte dunque alla stessa oggettività non è tolta la responsabilità personale. Di fronte a quello che è successo si è sempre e comunque “liberi di dire” e “liberi di non dire”
Lo spettatore durante tutto questo racconto sente la vicinanza delle parole e dell’esperienza: in fondo vivono esattamente la nostra stessa condizione: riconoscerlo non più con le fattezze di prima. E la domanda loro è la stessa che ognuno di noi si fa da 2000 anni: dove posso riconoscere ora il volto di Cristo presente?
Introduzione all’evento
Ogni momento liturgico (e la Pasqua è il cuore di tutta la liturgia della Chiesa) mi sembra richiami sostanzialmente a stare di fronte a dei fatti e all’implicazione che questi hanno con noi.
Per questo mi piaceva aggiungere un tassello a questo star di fronte a un fatto, quello della Resurrezione, decisivo. Mi sembra che farlo con una modalità ‘popolare’ ed informale aiuti ad avvicinarsi anche agli eventi solenni della Settimana Santa con più attenzione e coinvolgimento.
I due personaggi di Emmaus poi, devo dire, mi sono sempre stati molto simpatici. Sono un po’ bistrattati e come sminuiti dall’essere ‘quelli che non hanno riconosciuto Gesù’, ma per me sono figure positive e le sento proprio vicine. Mi sembra di vedermi, dopo il referendum con Barabba, il processo, la crocefissione, l’aver letto tutti i giornali e ascoltato gli opinionisti …essere lì a discutere col mio amico. Accanitamente, confusamente, proiettati tanto al passato per cercare spiegazioni convincenti quanto al futuro per capire cosa fare. Due amici che discutono accanitamente, come me, mille volte. Poi arriva uno ed è naturale coinvolgerlo nella questione anche se inizialmente sembra un ignorante; ma la tensione a capire, ad approfondire è tale, nei due,che superano facilmente l’iniziale sconcerto per l’apparente inconsapevolezza del terzo e riconoscono la verità e l’unitarietà delle spiegazioni dello straniero. Questi è così convincente che gli fa ardere il cuore nel petto! Che bellissima immagine! Quando senti descrivere in senso unitario quanto capita nella vita, anzi nella tua vita in quel momento, ti appassioni e non puoi staccarti da chi veicola questa spiegazione. E infatti non lo fanno andare via, come si fa coi santi, quando li si incontra. Secondo me, se Gesù non si fosse fermato avrebbero proseguito anche loro con lui e lo avrebbero subissato di domande, obiezioni, questioni anche meno immediatamente collegate agli sconvolgenti fatti di quei giorni. Si fa così! Almeno io faccio così: piuttosto che uno specialista cerco un santo che entri in tutto quanto mi sta a cuore con una visione unitaria. In uncerto senso mi spingerei a dire che non è vero che non hanno riconosciuto Gesù, non hanno piuttosto saputo dargli il giusto nome. Come capita a me: riconosci il miracolo, l’eccezionalità per esempio del cambiamento di una persona o la verità profondadi chi ti accompagna e ti abbraccia, ma hai bisogno che qualcuno ti dica ‘questo è Gesù’.
Così si è tramandata la nostra fede da allora fino ad oggi.
Chissà perché Gesù ha scelto di apparire proprio a quei due (già questo dovrebbe far ricredere i bistrattatori)? A me piace pensare che anche Lui abbia avuto simpatia del loro tentativo umano, umanissimo di stare dentro a quanto accadeva con passione, alla ricerca di ragioni e giocando la loro amicizia su questo. Se mi somigliavano un po’ e il Signore non gli fosse apparso in questo modo mi sa che sarebbero ancora là a discuterne tra loro e con tutti quelli che gli capitano a tiro …
Ma Gesù si è rivelato.
Marco Peronio